Elisabetta Capelli

Elisabetta Capelli
Elisabetta Capelli, Fenetre, olio su tela, 2012

mercoledì 13 febbraio 2013

“TRAME D’ARTE” mostra collettiva della Scuola d’Arte “Canforini”_ pitture e sculture



a cura di Camilla Mineo
Inaugurazione sabato 16 febbraio, ore 17



Eroi ed eroine della letteratura, ambientazioni fantastiche, terrene, personaggi negativi usciti dalla penna di alcuni dei più importanti e significativi scrittori della letteratura mondiale, sono i protagonisti della nuova mostra della Scuola d’Arte Canforini che presentiamo all’Audiomedica di via della Repubblica a Parma. 

L’esposizione, dal titolo “Trame d’arte”, è l’esito di un percorso, durato diversi mesi, intrapreso dalle allieve della Scuola sotto la guida artistica di Mariangela Canforini e Francesca Ferrari. Le “ragazze” sono state invitate a rileggere, a riflettere e a interpretare in modo autonomo e personale uno fra i capolavori della letteratura di tutti i tempi proposti dalle maestre: I Malavoglia (G. Verga), Il dottor Zivago (B.L.Pasternak), Le nevi del Kilimangiaro (E. Hemingway), I promessi sposi (A. Manzoni), Il piacere (G. D'Annunzio), Alla ricerca del tempo perduto (M. Proust), Il Gattopardo (G. Tomasi di Lampedusa), Sogno di una notte di mezza estate (W. Shakespeare), La casa degli spiriti (I. Allende).
Pittura, scultura, grafica, le discipline abbracciate e promosse dalla Scuola, variegate le tecniche scelte per meglio rendere il significato e il messaggio che volevano trasmettere con le loro opere: dall’acrilico al pastello, all’olio, alla terracotta, alla matita, una sfida impegnativa che ha coinvolto ed appassionato le allieve.
I risultati artistici sono interessanti e molto diversi fra loro. C’è chi ha scelto di rappresentare quasi “letteralmente” scene tratte dai romanzi, come il disastroso naufragio della “Provvidenza” dei Malavoglia rappresentato da Maria Paola Mason, o la macabra scena raffigurata da Silvia Tanara in cui i monatti sono impegnati a raccogliere i morti della peste nei Promessi sposi. Nenè Vezzani ambienta sulla luna, in un’atmosfera di sogno il lieto fine di Renzo e Lucia, finalmente insieme, mentre Primarosa Catellani per rendere esplicita la malafede dei bravi li raffigura prendendo spunto da “I bari” del Caravaggio. Altre allieve hanno realizzato opere evocative, simboliche, reinterpretazioni personali dei personaggi letterari, soprattutto femminili, che le hanno affascinate: incontriamo un’angosciata Albertine (La prigioniera, dal V volume dell’opera di Proust), amata da Marcel e da lui imprigionata e incatenata per gelosia, che Cristina Ferrari ha ritratto con catene in terracotta; ci imbattiamo nella bellissima Angelica del Gattopardo che ha preso forma nella terra dipinta da Gabriella Guatelli impreziosita con decorazioni in pizzo del vestito indossato al famoso ballo a Donnafugata. Ritroviamo Clara (La casa degli spiriti), donna dalle diverse sfaccettature, ben evidenziate sia in pittura che in scultura da Renée Bormioli e ritratta alla finestra con toni lievi e delicati da Analia Menapace. Un passo dei Promessi sposi ha ispirato Daniela Meregalli che ha scelto di presentare graficamente, a matita, un personaggio controverso come Gertrude, la Monaca di Monza, disperata per la sua sorte; Stefania Dallavalle ha scelto invece di realizzare, in terracotta, Fra Galdino, un personaggio minore dei Promessi Sposi. L’austerità del temibile e malvagio Innominato, con le spalle avvolte nel suo mantello, è ben restituita da Anna Zuccoli nella sua statua in terracotta, così come la malinconia di una giovane Lara (Il dottor Zivago) che attende alla finestra il suo amato è ben esplicitata nel pastello di Anna Visser.
L’aura fantastica della commedia shakespeariana (Sogno di una notte di mezza estate) è stata piacevolmente ripresa attraverso quella splendida creatura che è Titania, regina delle fate, che ritroviamo in diverse versioni nei lavori delle allieve della Scuola Canforini: Paola Agnetti la raffigura con mossi capelli rossi e con un copricapo formato da variopinte farfalle, Bettina Savani, la immagina con il volto di sua figlia, in un atteggiamento sognante e romantico mentre passeggia in riva a un corso d’acqua. La Titania di Cecilia Maria Chiari, realizzata ad acquerello, è ispirata all’ammaliante fascino della Salomè di Gustave Moreau, mentre la peculiarità di Titania che parla alle fate e le richiama a sé è evocata dalla scultura di Laura Briganti e dal fiabesco quadro ad olio di Carlotta Bonora.
Il piacere di D’Annunzio ha ispirato molte allieve e si è rivelato quasi un pretesto per cimentarsi nella rappresentazione del corpo umano come nelle intense sculture di Daniela Monica e Raimonda Guida e nella figura languida del dipinto di Maria Grazia Martini. Sensualità e femminilità sprigionano le opere di Silvia Mazzacurati ed Elena Rastelli dove due donne misteriose ci danno le spalle; sottile e velato è il riferimento al Piacere nella versione di Rosanna Grasselli che sceglie di raffigurare un vaso di fiori rigoglioso, elemento simbolico e ricorrente nel libro “le stanze andavasi empiendo a poco a poco del profumo ch'esalavano ne' vasi i fiori freschi”.
Altre allieve hanno scelto di ricreare le atmosfere e gli scenari, le suggestioni che i testi proposti hanno trasmesso loro. La Russia del dottor Zivago è efficacemente resa dalla tormenta di neve dai colori sfaldati di Mara Carrescia, la Sicilia del Gattopardo si intravede, attraverso tende di tulle, dalla finestra del Castello di Donnafugata riprodotto da Graziella Bonini; l’Africa di Hemingway è restituita in una scena di lotta fra uno gnu e una leonessa descritta con toni caldi da Morena Negri e dal “ritratto” del Kilimangiaro immerso nelle nuvole che Patrizia Bulloni Serra ha dipinto riproponendo con colori acrilici una fotografia scattata dal marito. Il passato, il presente, la memoria, temi cari a Proust sono sintetizzati in modo emblematico nell’opera di Antonietta Parmeggiano, dove orologi di diverse dimensioni si sovrappongono e si incastrano, ad indicare le “catene” del tempo che influiscono sull’uomo. Forti e d’impatto le due teste caratterizzate da due bende sugli occhi in creta policroma che per Roberta Zucchi simboleggiano Sodoma e Gomorra, dal IV volume dell’opera di Proust.
Si tratta di opere realizzate con impegno e grande volontà, nell’ambito di una Scuola d’arte molto attiva e dinamica, scuola intesa come luogo d’incontro, di svago intelligente, di confronto, capace di stimolare, di avvicinare alle discipline artistiche e contribuire a creare “trame d’arte” interessanti e appassionate.   
  

“TRAME D’ARTE”
mostra collettiva della Scuola d’Arte “Canforini”_ pitture e sculture
a cura di Camilla Mineo
SPAZIO AUDIOMEDICA, Via Repubblica 49, Parma (ingresso da b.go Collegio M.Luigia) 
Inaugurazione sabato 16 febbraio, ore 17
dal 16 febbraio al 14 marzo 2013
dal lunedì al venerdì, ore 9-12.30/15-19; Sabato, ore 9-12.30
Ingresso libero
Scuola d’Arte “Canforini”, via Angelo Pezzani, 1 – Parma
Tel. 0521 232888
per info 340 2751314



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